Il veto presidenziale non cambia gli obiettivi della legge sulle criptovalute
Il 5 ottobre il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha posto il veto sul disegno di legge riguardante la legalizzazione delle criptovalute. Il testo verrà reinviato al Parlamento per gli opportuni cambiamenti. Secondo il progetto di legge, la regolazione delle criptovalute e di ciò che concerne il mercato virtuale dovrebbe essere regolato dal Ministero della Trasformazione Digitale, dalla Banca Nazionale dell’Ucraina, dalla Commissione Nazionale dei Titoli e da un nuovo organismo indipendente. Le ragioni del veto presidenziale hanno a che fare proprio con quest’ultimo punto, ovvero il possibile rallentamento del sistema con un controllo eccessivo e l’impegno di risorse per la creazione di un nuovo organismo indipendente.
Il senso della legge, approvata il mese scorso con voto quasi unanime dal parlamento, non verrebbe modificato in ogni caso: le cripto imprese potranno lavorare e pagare le tasse in Ucraina in un sistema legale e maggiormente garantito e protetto dalle frodi, sia per gli acquirenti sia per le piattaforme. Dall’area grigia in cui erano collocalte precedentemente, in cui gli scambi tra cittadini erano autorizzati, le criptovalute verrebbero definitivamente legalizzate senza le “incomprensioni” con le forze dell’ordine, come definito da diverse piattaforme, a patto, però, di garantire trasparenza, reputazione e il pagamento di una fee di 3 mila euro. Inoltre, la legge chiarisce per la prima volta che per asset virtuali si intendono “i beni intangibili espressi sotto forma di dati elettronici”.
Il mercato delle criptovalute è già molto popolare in Ucraina, tanto che si stimano scambi giornalieri sui 37 mila dollari. La definitiva approvazione della legge potrebbe incentivare ancor di più gli investimenti e gli scambi.
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