Ucraina: previsioni per il 2023
A seguito dell’aggressiva avanzata russa sul territorio ucraino, più del 20% della popolazione è caduta in povertà nel 2022.
Sul piano economico, l’alto tasso di disoccupazione (24,5% a fine dicembre 2022) e la diminuzione dei redditi reali (27% nel 2022) incidono sul livello della domanda dei consumatori. Nonostante ciò, le previsioni per il 2023 sembrano migliorare la situazione dove il tasso di disoccupazione potrebbe scendere al 20-21% con una diminuzione dei redditi reali del 2,5%.
Andando ad osservare le stime della perdita di prodotto interno lordo (PIL) reale, nel 2022 queste sono variate tra il 31,5% al 40% a causa di una riduzione della domanda interna, a una diminuzione del capitale fisico e della forza lavoro, all’interruzione dei legami economici interni e della logistica del commercio estero. Nel 2023, i dati potrebbero migliorare grazie ad una eventuale cessazione delle ostilità, il parziale ripristino delle infrastrutture e l’adattamento alle condizioni della legge marziali variando così dall’1% al 4,5%.
Sul fronte commerciale, nel 2022, le esportazioni di beni e servizi sono calate del 40%, peggiorando la bilancia dei pagamenti che rimane negativa e raggiunge i 5 miliardi di dollari. Ciò nonostante, il ricevimento di sovvenzioni internazionali, la rimessa dei migranti ucraini e il congelamento del servizio del debito hanno contribuito alla stabilizzazione delle partite correnti.
Per sostenere le imprese durante la guerra, il governo ucraino ha introdotto aliquote fiscali più basse, ha consentito il differimento delle imposte e il passaggio a un sistema preferenziale con un'imposta sulle vendite del 2% e ha allentato i requisiti amministrativi.
Nel 2023, la crescente necessità di fondi di bilancio per la ricostruzione, il superamento delle conseguenze dell’aggressione e il finanziamento di programmi di sostegno sociale per militari e le loro famiglie, sfollati e disabili, farà sì che il governo abbandoni progressivamente le agevolazioni fiscali. Specificatamente, il governo prevede di cancellare la moratoria sulle verifiche fiscali, di ripristinare il regime prebellico per chi paga un’imposta del 2% e di impedire l’abuso di un sistema fiscale semplificato da parte delle grandi imprese.
Torino, 27 gennaio 2023
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