UA Farming at war time
L’Ukrainian Agribusiness Club ha organizzato un webinar per i partner stranieri durante il quale sono stati discussi i principali problemi del settore agricolo dovuti al conflitto con la Russia.
I relatori sono stati Roman Slaston (CEO di UCAB), Alex Lissitsa (CEO di IMC), Dmitry Skornyakov (CEO di HarvEast), con anche la partecipazione della Camera di Commercio Italiana per l’Ucraina.
Dall’incontro virtuale è emersa l’importanza piuttosto elevata dell’Ucraina nel mercato globale, Paese conosciuto come il granaio d’Europa e che nutre più di 400 milioni di persone, con prodotti agricoli esportati in più di 150 paesi in tutto il mondo. Di conseguenza i paesi importatori, i paesi del Medio Oriente, del Nord Africa e dell’Asia, dipendono molto dall’approvvigionamento alimentare ucraino.
con l'aggressione russa, l’export è calato drasticamente. Se prima del conflitto il Paese esportava in media 5-6 MMT al mese di cereali attraverso i porti marittimi e 500-700 KMT al mese di olio di girasole, ora i porti marittimi sono bloccati e le navi mercantili sotto attacco.
L’Ucraina ha reindirizzato i flussi di esportazioni tramite ferrovia e camion verso i porti dell’UE nel Mar Baltico e nel Mar Nero ma la capacità totale è limitata a 0,6-1 MMT al mese. Inoltre, il nuovo raccolto non avrà spazio di archiviazione disponibile, con anni e miliardi di dollari che andranno sprecati. Nonostante tutto, in Ucraina è iniziata la campagna di semina con l’obiettivo di piantare circa 14 milioni di ettari di superficie coltivata primaverile nel 2022.
Come testimoniato anche da Ivan Miroshnickenko, uno dei maggiori produttori di farina, grano, cereali e semi di girasole dell’Ucraina centrale: “chiunque è nelle condizioni fisiche e finanziarie per farlo continua ad andare nei campi a seminare. Almeno chiunque non abbia campi nei territori occupati dai russi, ma anche il quel caso gli sforzi per non abbandonare gli impianti sono enormi. È una responsabilità che sentiamo nel nostro sangue. Il pane deve arrivare alle persone e ai nostri soldati. Se non avessimo continuato ci sarebbero milioni di persone ridotte alla fame”.
Un altro punto emerso durante la riunione online è la mancanza di capacità di esportazione che ha portato molti agricoltori a seminare soia e girasole perché prevedono che il problema logistico non possa essere risolto a breve, oltre alla problematica riguardante il carburante diesel e il mondo della finanza, questioni principali che gli agricoltori ucraini devono affrontare in questo momento. Attualmente, la maggior parte dei fornitori ha rivisto i propri termini finanziari o le condizioni di fornitura, optando per il pagamento anticipato del 100%. Per quanto riguarda il carburante diesel, l’Ucraina importava il 70% della fornitura dalla Bielorussia e dalla Russia, fornitura quindi venuta a mancare.
A questo punto, i relatori UCAB si sono concentrati sulle conseguenze che questa guerra porta con sé: il mondo dovrà affrontare la fame e le conseguenti rivolte, la migrazione di profughi senza l’approvvigionamento alimentare ucraino e, se la guerra non si fermerà al più presto, l’inflazione.
Per la giornata del 21 aprile, UCAB ha organizzato un ulteriore incontro online, previsto dalle 15.00 alle 17.30: “UA Farming at war time. Livestock farming in focus”. Per partecipare, è necessario iscriversi qui.
Torino, 20 aprile 2022
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