Turismo: il 2014 non sarà un anno da ricordare
Il 2014, per le note vicende politiche che stanno toccando il Paese, non sembra proprio l'anno giusto per parlare di turismo in Ucraina, soprattutto in relazione alle presenze straniere. Per quanto riguarda i turisti occidentali questo è frutto anche di generalizzazioni, spesso supportate da alcuni media.
Secondo le previsioni degli esperti nel 2014 in Ucraina sarà registrato solo il 15 % del flusso turistico dell’anno scorso, ossia circa 3,5 milioni di persone, tra cui prevalentemente polacchi, rumeni ed ungheresi che visiteranno le regioni occidentali dell’Ucraina, la Galitchina, la Bukovina e la Trancarpazia. Probabilmente, anche Kiev. Senza parlare poi del fatto che è andata perduta la principale fonte di profitti turistici, la Crimea che tradizionalmente era stata la direzione turistica più apprezzata in Ucraina.
"Negli ultimi anni le vacanze in Ucraina erano molto apprezzate dai turisti. Solo nel 2013 nel paese sono stati registrati 24 milioni e mezzo di presenze turistiche straniere di cui più di dieci milioni erano quelle russe. Quest’anno non è più il caso di contare su cifre simili. La guerra che continua nel paese e gli umori apertamente russofobi, nonché l’irrigidimento delle norme relative all’ingresso nel paese. Tutto ciò ha rotto i legami turistici tra Russia ed Ucraina", sottolinea Irina Shchegolkova, capo del Servizio stampa della Rosturism, Agenzia Federale per il turismo.
Dal punto di vista delle relazioni russo-ucraine nel campo del turismo si è è aperta una grossa breccia. Praticamente non ci sono presenze turistiche. I villeggianti individuali sono molto pochi. Ciò mentre in precedenza i programmi escursionistici a Kiev e in Trascarpazia erano molto apprezzati dai turisti di tutte le categorie: scolari, villeggianti individuali e gruppi di turisti.
"In linea di massima le presenze turistiche straniere in Ucraina si sono quasi ridotte a zero. Nonostante il nuovo status del paese, che ha firmato l’accordo di associazione con l’Ue, i turisti occidentali non sono molto entusiasti di venirci. La gente teme per la situazione poco chiara. Spaventano anche la turbolenza politica, l’insicurezza economica" dice Roman Bobylev, esperto della Camera Pubblica per la tutela dei diritti dei turisti. E prosegue: "Il turismo è un biglietto da visita di qualsiasi Stato. Con grandi tensioni sociali il turismo non si sviluppa. Il turista occidentale è più apprensivo rispetto a quello russo. Per lui la sicurezza sta in primo piano. Anzi c’è un negativo sfondo informativo soprattutto in relazione all’incidente del Boeing. I cittadini dell’Europa Occidentale, ad esclusione di Paesi vicini come la Polonia, in generale non sanno bene dove si trovano Donetsk o la regione di Leopoli. Per questo motivo per quest' anno non è il caso di parlare di massicce presenze turistiche".