TRENT'ANNI DI RICERCA ITALIANA IN ANTARTIDE IN MOSTRA AL VITTORIANO
Roma - Il Complesso del Vittoriano si prepara a spalancare una finestra sull’Antartide, ospitando una mostra celebrativa che illustrerà ai visitatori i luoghi e gli scopi dei primi 30 anni di ricerca italiana nel continente polare.
Verranno ripercorse le tappe fondamentali della storia del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), ponendo l’accento sugli importanti risultati scientifici e logistici raggiunti, le difficoltà riscontrate e superate, e lo sviluppo di progetti futuri.
Il Programma ha coinvolto fino ad oggi oltre 3000 scienziati e specialisti, coordinati in una rete virtuale a cui si collegano le Università e i maggiori Enti pubblici di ricerca. A fianco e in supporto alle attività di ricerca sono state realizzate infrastrutture tecnologicamente avanzate come la Stazione costiera Mario Zucchelli e la Stazione continentale Concordia (in collaborazione con la Francia), ed è stato sviluppato un sistema integrato marittimo e aereo, di trasporti da e verso l’Antartide e per l’accesso e l’esplorazione dell’interno del continente e del Mare di Ross.
Entrando più nel dettaglio, la mostra sarà articolata lungo due percorsi fisicamente distinti ma concettualmente intrecciati, che sul lato destro racconterà tre decenni di impegni logistici volti ad attuare il PNRA a supporto della ricerca, mentre sul lato sinistro illustrerà le ricerche scientifiche alla base dell’impresa, ordinandole per temi. Prima la geologia, poi il paleoclima, la biodiversità, i cambiamenti globali e lo spazio visto dall’Antartide.
Agli aspetti divulgativi del Programma, si affiancherà un corredo di reperti geologici, gruppi di meteoriti, strumenti di misura e una raccolta di scatti realizzati dai grandi fotografi Paul Nicklen, Roberto Palozzi edEnrico Sacchetti, insieme a filmati che permetteranno di esplorare il continente estremo. E a completamento della mostra sarà allestita una sezione didattica dedicata alle scuole, in cui i giovani visitatori potranno rivivere l’esperienza di un vero campo remoto antartico, completo di tenda, piccolo mezzo cingolato, strumentazione e ricercatore all’opera.