Tensioni al tavolo negoziale tra Gazprom e Naftogaz
Kiev non è disposta ad acquistare il gas russo al prezzo proposto di 177 dollari per 1.000 metri cubi. Si tratta dell’ennesima diatriba legata alle forniture di idrocarburi provenienti da Mosca. Alla vigilia del IIIQ, gli attriti tra i due paesi si inaspriscono. I prossimi incontri sanciranno il prezzo di vendita del metano nei mesi a venire. Questo è il risultato dei negoziati avvenuti tra la compagnia energetica russa Gazprom e la controparte ucraina Naftogaz. Sebbene il Ministro dell’Energia russo Novak ritenga che in questo caso si applichi un prezzo inferiore al prezzo di mercato, ci sono prove evidenti che il gas al confine tedesco (NGC hub) sia stato acquistato lo scorso mese a 173 dollari per 1000 metri cubi, dunque ad un prezzo minore.
La diatriba tra i due colossi può avere ripercussioni notevoli nelle già tese relazioni tra i due paesi: l’Ucraina ha sempre avuto un ruolo fondamentale per il Cremlino, in quanto non solo importatore di gas russo, bensì paese transito verso i mercati dell’Europa Occidentale. Negli ultimi anni la Russia ha cercato di diversificare le rotte di transito degli idrocarburi grazie alle realizzazione del gasdotto North Stream, del Blue Stream, di un aumento dei flussi via-Bielorussia, e dei progetti, ormai falliti, South Stream e Turkish Stream. Al pari, l’Ucraina ha implementato una politica di diversificazione degli approvvigionamenti, invertendo il flusso di provenienza degli idrocarburi ed acquistando il gas da paesi europei.
Kiev ha inoltre dimostrato negli ultimi anni un notevole interesse nei confronti delle energie rinnovabili, proprio per ridurre la propria dipendenza dalle importazioni di gas e petrolio provenienti da oriente. Poiché tuttavia l’Ucraina non può ancora fare a meno delle forniture da parte di Gazprom e la Russia non può rinunciare al mercato ucraino, né in fase di mid-stream, né come compratore finale, risulta fondamentale per entrambi abbandonare il tavolo negoziale da vincitori per non dimostrare segni di cedimento. Nel 2016 Kiev prevede un consumo totale di 30 miliardi di metri cubi di gas, in calo rispetto all’anno scorso, di cui circa 20 di produzione interna. A stabilire la percentuale di gas russo dei restanti 10 miliardi sarà proprio il raggiungimento dell’accordo nei prossimi giorni in vista del periodo invernale.