Settore agroalimentare: export in crescita nel 2015

Settore agroalimentare: export in crescita nel 2015

Stando al rapporto della Confederazione degli agricoltori il 40,2% delle vendite agroalimentari verso l’estero è legato alla produzione del Nord-Est del Paese

Nel 2015 le esportazioni sono cresciute del 3,7% (del 3,8% quelle vero i Paesi dell’Unione europea e del 3,6% quelle extra-Ue) in valore e dell’1,9% in volume. Un risultato reso possibile dalle vendite verso l’estero di tutti i settori e in particolar modo di quelle agroalimentari.

In particolare, si può osservare nelle note dell’Istat, i prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca hanno registrato un progresso del 9,9%, quelli degli alimentari e delle bevande (e del tabacco) del 3,8%.

Secondo un recente rapporto della Cia – la Confederazione italiana degli agricoltori – nel 2015 la maggior parte delle esportazioni agroalimentari italiane sono legate alla produzione dell’area Nord-Est del Paese, con una quota del 40,2%. Seguono il Nord-Ovest, con il 25,4%; il Sud e le Isole, con il 22,5%; e, infine, il Centro con l’11,8%.

Per quanto riguarda l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca, osservando le singole regioni, si nota come, per il Nord-Ovest, quella che ha riportato il maggiore incremento delle esportazioni sia stata la Liguria, con un +11,9%, mentre la peggiore il Piemonte con un +2,7%. Per il Nord-Est spicca la variazione tendenziale del Trentino (+13,9%), mentre la dinamica peggiore ha interessato l’Emilia Romagna, con il +4,9%.

Al Centro, le Marche riportano un +39% mettendo a segno la crescita maggiore, contrapponendosi al più esiguo +1,3% della Toscana, al Sud invece la variazione percentuale maggiore è stata messa a segno dalla Sardegna, con il 30,4%, mentre il Molise ha registrato un calo del 9,5%.

Per l’alimentare, invece, la regione del Nord Ovest che ha riportato le performance migliori è la Valle d’Aosta con un +10,2%, mentre la peggiore la Lombardia con appena un +0,3%. Il Veneto ha invece messo a segno il miglior risultato del Nord-Est, +12,1%, mentre il Trentino il peggiore, +4,9%.

Al Centro e al Sud sono, infine, spiccati i risultati di Toscana e Basilicata, +18,5% e +39%, mentre i più deludenti hanno interessato l’Umbria e il Molise, -1,3% e -17%.