Sanzioni: Leopoli adotta il suo sistema

Sanzioni: Leopoli adotta il suo sistema Leopoli, una delle tante citta' ucraine dove la vita continua a scorrere tranquilla, é la roccaforte del nazionalismo ucraino: da qui ha tratto la massima energia l'onda antirussa che ha spazzato via Victor Yanukovich a febbraio e da qui arriva Oleg Tiahnybok, il leader di Svoboda, il partito che nelle regioni dell'ovest ha oltre il 30% dei consensi e che fa dell'antiputinismo il suo tratto distintivo attuale.
Non c'è da stupirsi quindi che nella perla dei Carpazi anche in fatto di sanzioni contro Mosca desiderino fare le cose in grande stile e, se possibile, in maniera più capillare rispetto ad altre parti dell'Ucraina, dove ci si accontenta di seguire la scia tracciata dalla comunità internazionale occidentale.
Se quindi a Kiev ci si vuole semplicemente affiancare alla linea di Washington e Bruxelles, andando a colpire persone, organizzazioni e aziende che sono già finite sulla lista nera di Usa e Ue, a Leopoli si punta invece a combattere alla radice tutto che da queste parti odora di Russia.
E così è partita la nuova campagna dell'amministrazione regionale, guidata dalla belligerante Irina Sex, da oltre quindici anni a fianco di Tiahnybok nelle battaglie scioviniste e nominata fresca governatrice a marzo dall'allora presidente ad interim Olexandr Turchynov.
Il governo locale ha stilato una lista con circa 180 soggetti, persone e società, che potrebbero essere così colpite dalle mirate sanzioni casalinghe.
"I russi sono già Leopoli!", ha titolato il quotidiano online popolare Zaxid, scrivendo come oligarchi russi di piccolo e medio taglio e imprese targate Mosca siano ormai da anni attive sul territorio della regione, dove in ogni caso non si può non incrociare la presenza russa a ogni angolo di strada