Ripartire superando le avversità della pandemia – l’export italiano pronto alla ripartenza post Covid-19
Leggendo l’ultimo Rapporto Export di Sace si nota che le esportazioni italiane sono attese in forte contrazione per quest’anno con un -11,3%. Si tratta del ritmo di crescita dell’export più basso dal 2009, anno in cui le nostre vendite oltreconfine avevano registrato un -20,9%.
Sace prevede una ripresa relativamente rapida già dal 2021 per le esportazioni italiane (+9,3%) che permetterà alle vendite italiane di beni all’estero di raggiungere quota 510 miliardi di euro.
Secondo queste previsioni, nel 2021 le esportazioni italiane di beni arriveranno al 97% circa del valore segnato nel 2019, un recupero pressoché totale dopo la caduta nel 2020.
“Anche quest’anno, in un contesto così complesso, il Rapporto Export di Sace offre alle imprese italiane una bussola per orientarsi, selezionare le migliori opportunità e approcciare con maggior consapevolezza i mercati esteri – ha dichiarato Alessandro Terzulli, Chief Economist di Sace –
La ripartenza presenterà un certo grado di eterogeneità, tanto per aree geografiche quanto per settori.
Europa e Nord America, che insieme rappresentano oltre il 60% delle vendite estere italiane, subiranno quest’anno la contrazione più marcata (con una flessione media dei Paesi europei dell’11,4% e di Stati Uniti e Canada del 9,8%) e un rimbalzo che, seppur rilevante, non permetterà di superare i livelli pre-crisi prima del 2022. Tra i settori a maggior potenziale troviamo: il farmaceutico e gli alimentari e bevande negli Stati Uniti, primo mercato farmaceutico del mondo nonché secondo mercato di sbocco per alimentari e bevande italiani.
Reattiva è la risalita dell’export italiano di beni verso l’Europa emergente e l’area Csi dove, grazie anche a una flessione relativamente contenuta nell’anno in corso (-8,1%), le vendite italiane riusciranno a raggiungere ed a superare i livelli del 2019 già nel 2021. E, come settori, vale la pena di menzionare quello degli apparecchi elettrici in Polonia, la cui ricerca di maggiore efficienza energetica sarà uno degli obiettivi del Governo entro il 2030; sanità in Russia, dato che il Cremlino continuerà a investire per garantire il benessere della popolazione; meccanica e infrastrutture in Ucraina e Uzbekistan.
Le previsioni dell’export italiano in Asia nel 2020 sono pari a -10,9% ma si prevede un ritorno alla crescita per i Paesi asiatici già nel 2021, e un aumento dell’export italiano verso l’area del 9%. Le imprese che guardano a questi mercati, possono puntare su settori come salute e farmaceutico in Cina; food processing in India, dato che la trasformazione dei prodotti alimentari è una delle più grandi industrie del Paese; energie rinnovabili in Thailandia, per via degli incentivi nel settore; e alimentari e bevande in Giappone
I focus analizzano le prospettive future della forte interconnessione tra i fornitori in un periodo in cui la pandemia ha drasticamente interrotto gli scambi. Inoltre, si evidenzia il ruolo di Sace nel facilitare l’inserimento delle Pmi italiane nelle Cgv anche attraverso iniziative di business matching oltre al supporto della rete commerciale sia nazionale che internazionale.
Una novità all’interno di questa edizione del Rapporto Export è l’approfondimento a cura del Politecnico di Milano che mette in luce le potenzialità ancora da sfruttare dei canali digitali, e-commerce in primis.