Relazioni commerciali Italia-Ucraina

Relazioni commerciali Italia-Ucraina

L’imprenditoria straniera è un fenomeno in crescita nel nostro Paese, parte integrante e vitale del tessuto economico: circa un’impresa su dieci in Italia è infatti un’impresa straniera. Completamente sono 614mila le imprese a conduzione straniera registrate nel 2019 in Italia, un numero in crescita del 2,3% rispetto all’anno precedente.

La comunità ucraina, quarta per numero di presenze in Italia tra i cittadini di Paesi non comunitari, scende al dodicesimo posto nella graduatoria dei Paesi di origine dei titolari di imprese individuali. Sono infatti 5.167 i titolari delle imprese individuali di origine ucraina al 31 dicembre 2019, pari all’1,3% degli imprenditori non comunitari presenti nel nostro Paese. 

La distribuzione regionale delle imprese individuali guidate da cittadini nati in Ucraina presenta varie analogie con la distribuzione della comunità sul territorio nazionale. Al primo posto vi è la regione Lombardia con il 22,2% delle imprese, segue la Campania che accoglie 822 imprese afferenti alla comunità (il 16% del totale). Rilevante la quota di imprenditori ucraini presenti in Emilia-Romagna e nel Lazio, che ospitano rispettivamente il 14,2 e il 10,4% delle attività imprenditoriali a titolarità ucraina. Il dettaglio provinciale evidenzia Milano come prima provincia per numero di imprese a titolarità di cittadini nati in Ucraina con 472 imprese (9,1%), seguita da Roma con 421 (8,1%) e da Napoli con 418 (8,1%).

Gli imprenditori ucraini operano prevalentemente nel settore edile e in quello del Commercio e dei Trasporti. 

Osservando i rapporti fra l’Italia e l’Ucraina, dal 1995 a oggi, sono stati caratterizzati da un costante sviluppo dell’interscambio. Risultano oltre 300 aziende con interessi italiani, formalmente iscritte nei registri delle Autorità ucraine. Le presenze stabili assumono veste di uffici di rappresentanza, società di diritto ucraino, con capitale al 100% italiano o “joint-venture” con soci locali (a seguito di investimenti “green-field”, o di acquisizioni di impianti preesistenti). I maggiori investimenti italiani sono nel campo finanziario (Unicredit, Intesa Sanpaolo), nel settore della trasformazione alimentare, in quello delle ceramiche, legno, tessile e calzature.

Sul piano merceologico, punti di forza delle esportazioni italiane sono: il sistema moda/persona, le forniture di macchinari per l’industria e per l’edilizia, di materiali per costruzioni, di dotazioni per abitazioni e spazi commerciali, e di apparecchi per uso domestico. Menzione particolare meritano i comprati dell’arredamento e delle calzature, qui oggetto di manifestazioni promozionali in cui l’Italia risulta annualmente al primo posto per numero di aziende espositrici. Altri settori di punta, nell’ambito dell’automazione meccanica , sono quelli della siderurgia, del confezionamento di prodotti alimentari, della lavorazione del legno e delle pietre naturali, specie di granito e argilla. L’Italia è in particolare, il primo fornitore di macchinari per la realizzazione di piastrelle, e di altri articoli a base di ceramica (sanitari e boiler). Quanto ai servizi, ambiti di interesse, oltre a quello bancario, sono anche la consulenza ingegneristica nel settore delle costruzioni.

Torino, 25 febbraio 2022