L’Ucraina alle urne premia i partiti a favore dell’Europa
L’Ucraina alle urne premia i partiti a favore dell’Europa
Le elezioni parlamentari di domenica scorsa vengono paragonate a un terremoto per la vita politica dell'Ucraina: le scosse della rivoluzione del Maidan («della Dignità», la chiama il presidente Petro Poroshenko), si stanno traducendo in nuovi equilibri all'interno della Verkhovna Rada, il Parlamento. Che non è mai stato così uniformemente orientato verso Ovest. Yatsenyuk, a capo del suo nuovo partito, il Fronte popolare, è la grande sorpresa di questo voto. Se alla vigilia i sondaggi gli attribuivano soltanto l'11% dei voti, le elezioni gli hanno affidato il 21,67% (dati non ancora definitivi): una doccia fredda per Poroshenko (21,4%), convinto di uscire dalle urne stabilmente al comando con più del 30% dei voti per il suo Blocco e con un primo ministro meglio controllabile, che avrebbe avuto il compito di sostenere dal Parlamento la linea del presidente: l'integrazione con l'Europa e una soluzione negoziata per l'Est. Ora, invece, la direzione da prendere dovrà essere il frutto di compromessi con l'inevitabile alleato.
E malgrado i commenti entusiasti di Stati Uniti ed Europa sull'esito del voto, la sintonia tra Poroshenko-Yatsenyuk è tutta da verificare, come dimostra il fatto che i due si sono presentati al voto separatamente, invece di unire le forze. Un'alleanza è d'obbligo, ma se il linguaggio è comune sul fronte delle riforme economiche e sul percorso di avvicinamento alla Ue, questi mesi da presidente hanno reso Poroshenko più pragmatico a proposito del conflitto nell'Est del Paese: Poroshenko si è "rassegnato" a una tregua nel momento in cui la superiorità degli avversari, appoggiati da Mosca, si è rivelata schiacciante: «Quanti più battaglioni schieriamo - dice Poroshenko - tante più truppe arrivano dalla Federazione Russa». Fino all'ultimo, il presidente ha fatto campagna nel nome del proprio piano di pace: «Nessuno mi fermerà nella ricerca di una via d'uscita pacifica a questa situazione». Per Yatsenyuk, invece, l'idea di un compromesso è inaccettabile, sull'occupazione dell'Est e sul nodo del gas. «L'obiettivo di Putin è prendere il controllo dell'Ucraina e ricreare l'impero», è convinto il premier.