L’Italia e l’innovazione nel modo di fare agricoltura: l’importanza della bioeconomia
La bioeconomia comprende quelle attività economiche che utilizzano risorse biologiche rinnovabili del suolo e del mare – come colture agricole, foreste, animali e micro-organismi terrestri e marini, residui organici – per produrre cibo e mangimi, materiali, energia e servizi. L’UE ha lanciato nell’ottobre 2018 la revisione della strategia europea, nella quale sostenibilità e circolarità si affermano come i principi fondanti su cui sviluppare la bioeconomia europea, definita come la componente rinnovabile dell’economia circolare.
Il comparto della bioeconomia ha in Europa un peso economico di oltre 2.300 miliardi di euro in termini di fatturato e oltre 18 milioni di persone impiegate e rappresenta circa il 4,2% del PIL complessivo dell’UE. L’industria biobased rappresenta circa un terzo del turnover e un quarto dell’occupazione generati dalla bioeconomia europea, mentre due terzi vengono dal settore agricolo, agro-industriale, delle foreste e della pesca.
L’Italia, insieme a Germania e Francia, ha una posizione di leadership in tutti i settori della bioeconomia: infatti Il fatturato italiano della bioeconomia ammonta, nel 2017, a oltre 300 miliardi di euro.
Sono attive in Italia 576 start-up innovative afferenti alla bioeconomia (Federchimica). La maggior parte (308) appartiene alle attività di ricerca sviluppo e consulenza, seguono le attività nell’agro-alimentare (120 imprese).