La speranza dietro la tragedia
Avvenimenti tragici come quello di ieri che ha portato all'abbattimento dell'aereo malese da parte di ancora non precisati colpevoli, devono far riflettere a lungo per provare a ripartire e non ripetere in futuro simili errori. La zona e’ quella dell’estremo est dell’ Ucraina di cui si continua a parlare sui media con insistenza da diversi mesi, anche se nelle ultime settimane i titoli da prima pagina erano ormai scomparsi. Quello che e’ successo riporta in auge la vicenda “Ucraina” e pone le basi per alcune importanti decisioni delle prossime settimane. La necessita’ di non farsi scoraggiare deve essere alla base di ogni decisione e, prestigiose testate giornalistiche, con cinismo ma realismo politico, provano a vedere conseguenze positive in quello che e’ accaduto.
A distanza di pochi giorni, come vedaimo, sono molte le voci autorevoli alzatesi a favore di una piu' rapida soluzione della delicata situazione.
Per il Washington Post “un evento cosi’ imprevedibile potrebbe avere anche conseguenze positive”. E' riportato anche uno stralcio dell'intervista all’ex Ambasciatore americano a Mosca, James Collins, secondo cui l’evento “potrebbe portare alcune persone a decidere che serve un approccio diverso perche’ le cose stanno sfuggendo di mano”.
Ancora piu’ decisa e’ la presa di posizione che prende Bruxelles, secondo cui, parole di un alto funzionario del servizio di azione esterna UE, “la terribile tragedia” dell’abbattimento dell’aereo malese, “puo’ aprire uno spazio politico e diplomatico”, osservando che giovedi’ i ribelli “per la prima volta hanno partecipato ad una conference call con il gruppo di contatto” internazionale di cui fanno parte OSCE, Russia ed Ucraina.
Anche il Presidente Finlandese Sauni Niinisto e' intervenuto sull'argomento con parole di speranza riguardo agli sviluppi positivi che la tragedia potrebbe comportare nel breve periodo. Il Presidente finnico sente che ci sono indicatori acche' l'evento possa mettere sempre piu' a confronto l'occidente con la Russia, in modo tale che possa presto diventare necessario per tutti che la situazione vada verso una soluzione veloce. L'alternativa peggiore farebbe invece assumere al fenomeno portata europea se non mondiale.
La speranza e' piu' viva che mai, non si puo continuare a demonizzare un paese intero, grande il doppio dell'italia per il caos che avviene in una sua estrema zona di confine a causa di poche migliaia di militari assoldati da chissa' quale regista. Tutto questo mentre nelle principali citta' del Paese, da Kiev a Leopoli, da Odessa fino a Kharkiv, la vita scorre piu' tranquilla che mai.