La questione ucraina

La questione ucraina

Secondo l'agenzia di stampa nazionale dell'Ucraina Ukrinform, attualmente i dati sulla concentrazione delle truppe russe al confine ucraino non differiscono in modo significativo da quelli della primavera del 2021 e l'attenzione dei principali paesi mondiali alla guerra in Ucraina è legata ad interessi geopolitici.
La Camera di Commercio Italiana per l’Ucraina supporta e concorre da anni allo sviluppo degli scambi commerciali e della cooperazione economica fra l’Italia e l’Ucraina. Da sempre il nostro Ente ha preferito non occuparsi di questioni politiche ma l’agenda mediatica di questi giorni richiede una comunicazione anche da parte nostra. Come riferito ad Adkronos nei giorni scorsi "Osserviamo costantemente la situazione in Ucraina. Siamo in contatto con l’Ambasciata e le agenzie di sviluppo regionale che ci hanno confermato che tutto procede come sempre. Non ci sono segnali che fanno presagire che qualcosa non va, non c’è un aumento della situazione militare", dato confermato anche dal Ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov in un'intervista alla Rive Gauche.
Da una settimana i principali media occidentali si stanno occupando della situazione Ucraina, e di conseguenza delle relazioni tra Stati Uniti, Europa e Russia. La questione tornata alla ribalta negli ultimi giorni, nasce nel momento in cui l’ex paese satellite si stacca dall’Urss e si proclama indipendente, e ancora prima dall’accordo non scritto del 1989 fra “fra il leader sovietico, Michail Gorbačëv, e l’allora presidente americano George H. W. Bush: in cambio della riunificazione della Germania e del ritiro delle forze armate di Mosca, la Nato non si sarebbe mai allargata sui Paesi del patto di Varsavia”. Accordo sempre negato pubblicamente.
Trentatré anni dopo, la Nato continua ad essere la protagonista della discussione. Putin chiede a Washington un impegno scritto: “l’Ucraina non entrerà mai nella Nato, nessuna esercitazione Nato lungo i confini russi, niente truppe americane nei paesi Baltici”. Proseguono quindi le trattative politiche, trattative che non devono in alcun modo condizionare le attività economiche.