KIEV COMINCIA IL RITIRO DELLE TRUPPE DALL’EST
Il portavoce del consiglio di sicurezza ucraina Andrii Lisenko, dopo l’accordo siglato a Minsk il 19 settembre, ha annunciato il ritiro delle armi pesanti e artiglieria da parte delle forze governative ucraine. Contemporaneamente da parte dei separatisti filorussi prosegue il rilascio di prigionieri militari e civili raggiungendo i 1200. Il nuovo round di negoziati della Commissione europea avrà luogo venerdi prossimo per discutere la questione Ucraina e il progetto di gasdotto South Stream per trovare una soluzione pacifica alla disputa sul gas tra Mosca e Kiev.
La crisi in ucraina comincia ad avere qualche conseguenza anche sugli equilibri politici russi, oltre che sull'economia del Paese. Dal suo esilio in Svizzera, Mikhail Khodorkovsky, si offre come punto di riferimento per l'opposizione, che domenica ha inscenato la manifestazione più consistente dal 2012, sebbene con numeri estremamente ridotti: il corteo che si è riunito a Mosca contava appena 26mila persone secondo alcuni organizzatori (5mila per la polizia). Khodorkovsky, un tempo l'uomo più ricco del Paese con un patrimonio di 15 miliardi di dollari, ha trascorso circa 10 anni in carcere, fino al rilascio a dicembre. Secondo l'ex tycoon, gli errori che Putin starebbe commettendo in Ucraina ne avvicineranno la fine. I sondaggi però attribuiscono al presidente un sostegno quasi pebliscitario, con un tasso di approvazione dell'84%. E le elezioni regionali tenute a settembre sono state stravinte dal partito di maggioranza.
Una voce di dissenso nei confronti del Cremlino arriva dall'ex ministro delle Finanze, Alexei Kudrin, a lungo alleato di Putin. Secondo Kudrin, la Russia si prepara ad affrontare anni di stagnazione: le attuali sanzioni occidentali costeranno all'economia un punto di Pil per almeno tre anni. Ma il vero fattore frenante, ha spiegato ieri Kudrin in occasione del Reuters Russia Investment Summit, «è la mancanza di riforme del sistema economico».