Italia: Il costo delle sanzioni alla Russia

Italia: Il costo delle sanzioni alla Russia

Secondo la Commissione europea l'Italia potrebbe perdere 163 milioni di euro per le sanzioni imposte da Mosca su alcuni prodotti agroalimentari. A tanto ammonta il valore dell'export italiano nel 2013 per le tipologie sotto embargo, secondo i calcoli della Commissione, che tuttavia precisa: «l'impatto potrebbe essere ridotto, guardando ad altri mercati».
Il comparto ortofrutticolo è tra quelli in cui è forte il timore per il contraccolpo alle esportazioni che può venire da questa grave misura restrittiva. È il timore del presidente del Settore ortofrutticolo di Fedagri-Confcooperative Davide Vernocchi. Solo nel 2013, ha precisato Vernocchi, l'Italia ha esportato in Russia 30 mila tonnellate di mele, 15 mila di pesche e nettarine, 15 mila di kiwi, 16 mila di uva da tavola e 3500 di pere. I primi effetti dell'embargo si sono avuti proprio con la rescissione di un contratto di una cooperativa modenese per l'esportazione di pere nell'ex impero sovietico, avvenuta poche ore dopo l'approvazione dell'elenco dei prodotti banditi in Russia dal presidente Vladimir Putin.
Coldiretti evidenzia che a rischio ci sono spedizioni di ortofrutta per un importo di 72 milioni di euro nel 2013, le carni per 61 milioni di euro, latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro mentre è ancora incerta la situazione della pasta esportata nel 2013 per un valore di 50 milioni di euro ma in aumento del 20 per cento nel primo quadrimestre, secondo le analisi Coldiretti su dati Istat.
Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo h analizzato che «la Russia colpisce l'agroalimentare perché sanno che è un elemento di crescita per l'Unione Europea in un momento di stagnazione. Lo dimostra il fatto che le esportazioni agroalimentari Made in Italy nonostante la crisi sono cresciute del 5 per cento nel 2013 raggiungendo il valore record di 34 miliardi di euro».

Tra i prodotti vietati  anche il Parmigiano Reggiano. Il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai ha infatti dichiarato: «Noi sappiamo di essere nella 'lista' da alcuni mesi. Da febbraio questa vicenda aveva già prodotto una reazione da parte della Russia, e c'era un'attenzione negativa verso i prodotti che arrivavano dai paesi che avevano determinato un richiamo al comportamento della Russia verso gli avvenimenti dell'Ucraina».
Alai ha ricordato che nel 2013 (ultimo dato disponibile) l'export di Parmigiano Reggiano in Russia ha toccato le 10.800 forme (con una crescita rispetto all'anno prima del 16%), per 5,8 milioni di euro di fatturato. E ora, quando arriverà l'embargo, «la contrazione avrà una ricaduta in termini quasi completi secondo noi.
inoltre, anche se il 16% del valore delle esportazioni agroalimentari italiane eà rappresentato da vini e spumanti, sottolinea la Coldiretti, questo dovrebbe pero' essere al riparo della scure di Putin. Anche grazie al fatto che nel 2011 la societa' Gancia, casa storica dello spumante, e' divenuta di proprieta' per il 70 % dell'oligarca Rustam Tariko, propietario della banca e della vodka Russki Standard