I benefici del passaggio all’economia circolare

I benefici del passaggio all’economia circolare

“Per raggiungere la sostenibilità, l’economia mondiale deve fronteggiare diverse sfide importanti : garantire il nutrimento per una popolazione costantemente in crescita; diminuire l’impatto negativo dell’agricoltura sull’ambiente; mantenere una crescita economica sostenibile”. Questa è la ricetta, ormai nota, descritta da Dmytro Anufriev, CEO Recycling Solutions e membro del Consiglio di UMG Investments in un’intervista rilasciata al Kiev Post.

La problematica principale viene individuata nell’agricoltura, in particolare nelle centinaia di milioni di tonnellate di rifiuti generati che non vengono riciclati o riutilizzati. L’impatto negativo sull’ambiente è di ben due volte superiore rispetto all’industria dei trasporti, soprattutto rispetto alla produzione di gas serra e all’utilizzo di pesticidi i quali indeboliscono fortemente la biodiversità del territorio. I materiali generati dal comparto agro-industriale potrebbero non solo generare energia con il sistema delle biomasse e del biogas ma produrre fertilizzanti, componenti per l’alimentazione animale e biocarburanti.

Anufriev fa presente che la capacità di produzione di elettricità di biomasse e biogas in Ucraina è di 267 MW, ovvero solo il 3% della capacità totale. Ancora, nel 2020 solo l’1% del consumo industriale ucraino è stato generato dal riciclo dei rifiuti. Gli stessi componenti generati dalla produzione di carne (polli, pecore, maiali) avrebbero una grande capacità di riutilizzo che si attestano, secondo alcune stime, a 1 milione di tonnellate ogni anno. Una materia prima che permetterebbe all’Ucraina di entrare prepotentemente nel mercato dei mangimi a base di proteine oppure nella produzione di grassi animali, usati come bio-additivi per il carburante diesel.

Il passaggio dal modello economico attuale ad uno tipo circolare si raggiunge attraverso il cambiamento del modello di produzione che comporta enormi possibilità di riciclo e riuso. L’Ucraina in questo campo sta compiendo importanti passi, soprattutto dal punto di vista dell’armonizzazione legislativa con l’UE. Come conferma lo stesso Anufriev, “è chiaro che c'è un grande potenziale per il riciclo dei rifiuti di bestiame nel complesso agroindustriale nazionale. Sfruttare questo potenziale non solo renderà l'economia ucraina più verde, ma attirerà anche investimenti che, se gestiti correttamente, produrranno un buon profitto”. Quest’ultimo è un aspetto spesso sottovalutato nel processo di trasformazione dell’economie; si pensa, sbagliando, che la sostenibilità ambientale comporti una sproporzione eccessiva tra ricavi e costi, con l’effetto negativo maggiore su questi ultimi. L’economia circolare, infatti, è un modello di produzione e consumo “positivo” perché permette sia di aumentare il ciclo dei prodotti dei rifiuti e di ridurli al minimo sia di attrarre investimenti.

L’Ucraina sembra aver compreso i benefici economici che la strategia dell’economia verde potrà portare. La strada ormai è segnata: dalla spinta al processo di integrazione con l’UE soprattutto sul tema ambiente alla strategia green finance dell’NBU, fino alla decisione del governo di anticipare al 2035 il raggiungimento del 25% di produzione di energia verde. La stessa riforma agraria sta puntando ad aumentare le possibilità di investimenti per i piccoli-medi agricoltori ma all’interno di una “cornice ambientale” ben definita. Un altro esempio è fornito dall’impegno del Ministero per la Trasformazione Digitale per la creazione di un database in cui trovare dati sulla generazione, la disponibilità e il volume dei rifiuti agro-industriali in modo da favorire investitori, rafforzare la cooperazione tra gli agricoltori e la partecipazione delle comunità locali. Creare questo tipo di sinergie tra stato, comunità e investitori porta, e porterà, benefici e conseguenze positive sulla crescita economica dell’intero paese.

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