Giornata internazionale dei diritti della donna
L’otto marzo tulipani e rose colorano le città ucraine. Gli uffici e le scuole restano chiuse, tutto il paese è in festa. Da alcuni contestata per la sua effettiva utilità, la festa della donna è una delle ricorrenze più sentite nell’ex paese dell’Unione Sovietica e ancora oggi necessaria.
Necessaria per ricordare le lotte sociali e politiche combattute negli anni e per tutte quelle che si dovranno ancora affrontare nei prossimi anni, in attesa del raggiungimento di un’effettiva parità di genere, presupposto fondamentale per uno sviluppo sostenibile ed inclusivo del paese. Tema discusso anche dal Parlamento dell’Unione europea, durante la revisione del suo accordo di associazione con l’Ucraina, dibattuto nei giorni scorsi.
Con l’attuale legislatura, il paese ha raggiunto il 100° posto nella classifica che esamina la rappresentanza femminile nei parlamenti nazionali, avanzando di 57 posizioni rispetto alla precedente composizione politica. Osservando la realtà ucraina, è quindi visibile come la percentuale delle donne che occupano posizioni di alto livello stia crescendo.
Ne sono un esempio Iryna Venediktova, procuratrice generale dell’Ucraina da marzo 2020, prima donna nella storia del paese a ricoprire questo ruolo, e Julia Mendel, portavoce del presidente, riuscita ad emergere nel settore della comunicazione politica, ancora considerato prerogativa maschile.
La strada da battere è ancora molta e si attende, con ansia, il giorno in cui tutto ciò non farà più scalpore poiché divenuto normalità. Tutto quello che possiamo fare noi donne, figlie di una democrazia ancora troppo giovane, è pretendere, ogni giorno, tutte quello che ci viene negato in quanto donne.