Chernobyl: trentacinque anni fa il disastro nucleare
Trentacinque anni fa, il 26 aprile 1986, avveniva il disastro della centrale nucleare di Chernobyl. L’esplosione del quarto reattore dell’omonima centrale sovietica disperse nubi radioattive per decine di chilometri.
La commemorazione di quest'anno è dedicata alla figura di Oleksandr Lelechenko, a cui è stata dedicata una statua. Il vice responsabile dei sistemi elettrici dell’impianto intervenne, subito dopo l’esplosione, per pompare manualmente fuori dalla turbina bloccata il liquido contaminato e riuscendo ad impedire l’estensione dell’incendio ad altre unità. Lavorò con l’acqua radioattiva alle ginocchia, ricevendo in un solo giorno radiazioni pari a 2500 radiografie. Morto a 47 anni, Lelechenko ha ricevuto onoreficenze postume sia in Urss sia in Ucraina.
"L'anniversario è una occasione per riconoscere gli sforzi effettuati per la ripresa dai governi di Bielorussia, Russia, Ucraina e del lavoro degli scienziati che hanno fornito analisi importanti usate per la pianificazione delle emergenze e la riduzione del rischio", ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, sottolineando che, grazie al contributo dell'Onu, il numero di piccole e medie imprese che operano nelle zone colpite direttamente dal disastro sono aumentate dalle 2mila, nel 2002, a 37mila oggi.
Chernobyl è stato il più grave disastro nucleare nella storia dell’uomo, una tragedia umana che ha provocato migliaia di vittime, oltre a un disastro economico e sociale per milioni di persone che hanno dovuto abbandonare le loro terre.