La tassa sul bancomat fa tremare le imprese
Parliamo della sanzione dal 10% al 50% delle somme prelevate dai conti bancari intestati alle imprese qualora, in caso di accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate, le modalità di utilizzo di tali prelievi non siano giustificate dalle imprese stesse. "L’obiettivo dell’intervento - promette il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi - è quello di sostituire una sanzione 'impropria' con una 'propria'".
La norma, che sottende la sanzione, considera ricavi occulti i prelevamenti dai conti correnti di cui non fosse noto il destinatario, sostituita da una sanzione proporzionata all’importo prelevato di cui sia ignoto il beneficiario e che non risulti dalle scritture contabili. "È una misura assurda e addirittura peggiore della disciplina vigente", tuona Rete Imprese Italia in occasione del seminario istituzionale che si è tenuto ieri alle commissioni congiunte Finanze-Giustizia della Camera sui decreti legislativi emanati dal governo in attuazione della Legge Delega di Riforma fiscale. Questa disposizione è, a detta di Rete Imprese, "una vera e propria follia burocratica, oltre che l’ennesima introduzione di una complicazione fiscale, soprattutto a carico delle imprese in contabilità semplificata, che va assolutamente stralciata dallo schema di decreto sulla revisione del sistema sanzionatorio". "Sconcertante - secondo Rete Imprese - è, inoltre, la reintroduzione dell’anatocismo con la previsione che gli interessi di mora, oltre ad essere dovuti sull’imposta non versata, siano dovuti anche sulle sanzioni e sugli interessi. La reintroduzione di questo meccanismo fa venir meno un fondamentale principio di correttezza giuridica e si chiede, pertanto, al governo e al parlamento di eliminarlo dallo schema di decreto sulla riscossione".
Secondo diverso giuristi, la sanzione troverebbe applicazione per qualunque prelievo effettuato al bancomat e per qualunque tipologia di contribuente, anche lavoratore autonomo o soggetto non titolare di partita Iva. In realtà la disposizione si applica solo agli imprenditori e non ai professionisti. "La modifica normativa - spiega la Orlandi - interviene, altresì, per eliminare anche nei confronti degli imprenditori la sanzione impropria, costituita dal considerare ricavi occulti le somme prelevate che non trovano giustificazione in contabilità (da cui derivava, altresì, l’applicazione delle sanzioni per omessa dichiarazione di maggiori ricavi)".