La riforma educativa s'ha da fa
Il 5 settembre la Verkhovna Rada ha approvato il progetto di legge sulla riforma educativa. Tra le novità, quella che più fa discutere è la scelta della lingua ucraina come unica lingua d'insegnamento. La diatriba ha elevato una questione solitamente di interesse interno a "problema" internazionale.
Specificatamente, l'articolo 7 ha ridotto al ciclo primario, e non del tutto eliminato, la possibilità di usufruire di un insegnamento in lingua madre per le minoranze linguistiche rendendo obbligatorio a partire dal periodo secondario l'insegnamento in lingua ucraina. Tale cambiamento è atto ad affrontare il problema delle minoranze etniche che attualmente non imparano la lingua ufficiale nella misura necessaria per accedere all'università.
Contro il Parlamento ucraino, che dichiara la legge essere pienamente conforme alla Carta Costituzionale, alla Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali e alla Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, Bulgaria, Grecia, Romania e Ungheria hanno invitato l'Ucraina ad astenersi dall'introduzione di tali restrizioni per le minoranze etniche inviando una lettera contemporaneamente al Ministro degli Esteri dell'Ucraina, al Segretario Generale del Consiglio d'Europa e al Segretario Generale dell'OSCE.
Il Primo Ministro dell'Ucraina Volodymyr Groysman però ha comunque deciso di fare un passo verso i Paesi contrari al decreto, demandando la competenza del Consiglio d'Europa.