La pasta di qualità nel mondo
«Quando qualcuno mi chiede se è acqua di sorgente quella che uso per la mia pasta, gli rispondo che viene dell’acquedotto di Predazzo, una fonte a 2 mila metri sul massiccio del Latemar. È la verità, non ho bisogno di raccontare favole». Riccardo Felicetti, quarta generazione alla guida del Pastificio Felicetti e presidente dei pastai mondiali, è trasparente come l’acqua che usa per impastare ed entusiasta del suo lavoro come fosse il primo giorno. Nel suo ufficio grandi foto mostrano i piatti che chef stellati hanno realizzato con questa pasta, che deve la sua bontà non solo all’acqua di montagna ma anche ai grani superselezionati e biologici, macinati e trasformati nello stesso giorno, perché anche un breve stoccaggio li potrebbe rovinare. E per ognuno un aneddoto. «Vede quelli? Sono gli Spaghetti Pizza Margherita, il piatto simbolo d’Identità golose realizzato dallo chef Davide Scabin» s’infervora Felicetti. «Con lui lavoro da sei anni, mentre per entrare nel ristorante di Andrea Berton ho dovuto prima batterlo sugli sci».
Ma la pasta Felicetti non piace solo ai cuochi stellati: l’azienda nel 2014 ha fatturato 35 milioni, e l’export ha toccato il 70 per cento. «Nel biologico siamo tra i leader sia con i nostri brand, come il Monograno Felicetti, sia con la produzione che realizziamo per marchi come Alce nero ed Ecor, e per partner stranieri in Nord Europa, Sud Africa, America e Australia».