La CCIPU al Roadshow per l’Internazionalizzazione a Cuneo. Italia per le Imprese – con le PMI verso i mercati esteri
Nella cornice del Centro Incontri della Provincia di Cuneo si è svolto il “Roadshow per l’Internazionalizzazione”, promosso e sostenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico e organizzato dall'ICE in collaborazione con l’Associazione Artigiani della Provincia di Cuneo, partner territoriale dell'evento.
La conferenza si è aperta in un clima di realismo, dati precisi e previsioni future: le “illusioni” del passato si sono dissolte con la crisi del 2008 e oggi le PMI italiane puntano a costruire nuovi piani di internazionalizzazione, con l’aiuto delle istituzioni che ne supportano lo sforzo sui mercati esteri. Queste istituzioni hanno saputo adattarsi al nuovo contesto e oggi rappresentano una rete ancora troppo poco sfruttata e conosciuta.
L’incontro è stato dunque incentrato sul “fare sistema”, sui progetti integrati e la conoscenza di istituzioni e contesti. Cuneo è la provincia che è cresciuta più di tutte le altre negli anni successivi alla crisi, grazie alla storica attitudine laboriosa del Piemonte, ma soprattutto al proprio sistema fatto di grandi imprese e PMI, che ha saputo rinnovarsi e far crescere le esportazioni della “provincia granda”. Oggi, secondo una stima della Camera di Commercio territoriale, circa 700-800 imprese cuneesi possono affacciarsi all’export e all’internazionalizzazione. L’attenzione del Sistema Camerale ai mercati esteri si è concretizzata nella costituzione dello sportello WorldPass e dello sportello Europeo, oltre che attraverso le attività delle Camere miste.
Oggi è necessario trasformare le diversità del territorio in punti di forza, una capacità che può permettere alle piccole realtà italiane di competere nel mondo globale. Gli sforzi in questa direzione devono essere però sempre più coerenti. Il segno più nella bilancia delle esportazioni è una componente preponderante nella crescita del PIL italiano, che permette di controbilanciare la contrazione del mercato interno. È necessario però esportare ricordando i rischi, come ad esempio l’aumento di barriere anche non tariffarie e la diminuzione di stipule di trattati internazionali. La contrazione di alcuni settori sarà fisiologica, dovuta alla sovrabbondanza di offerta nel recente passato, ma la capacità di adattamento e di analisi dei nuovi mercati potrà portare a nuovi riposizionamenti.
Sono necessarie una maggiore conoscenza reciproca e la collaborazione con il sistema istituzionale perché il complesso di cultura, politica ed economia permetta di proiettare il nostro Paese sugli scenari internazionali, attraverso una vera e propria “diplomazia economica”.
Le “luci e ombre” che caratterizzano oggi i mercati mondiali possono presentare alti profili di rischio, e per questo è così importante oggi assicurare un approccio strutturato ai progetti delle imprese che vogliono internazionalizzare: le risorse di istituzioni finanziare come SACE e SIMEST e la consulenza fornita dal Sistema Camerale, da ICE e dalla rete diplomatica rappresentano un sistema riformato che protegge e promuove le aziende italiane all’estero.