Innovazione farmacologica: in Italia si vive più a lungo e meglio

Innovazione farmacologica: in Italia si vive più a lungo e meglio

C’è un settore nel nostro Pese che ha resistito al dilagare della crisi e che anzi ha fatto segnare il record mondiale di crescita dell’export tra il 2010-2014: l’industria farmaceutica non ha dato solamente un traino economico ma il suo sviluppo ha avuto ricadute sulla qualità della vita dell’intera popolazione.

Grazie all’immissione sul mercato di nuovi e sempre più efficaci medicinali oggi si muore meno e si vive meglio: molte malattie che fino a poco tempo fa non davano scampo sono diventate patologie croniche con le quali si può convivere a lungo.

Dal 1994 il tasso di mortalità in Italia è calato del trenta per cento, con un picco del quarantacinque per cento per quanto riguarda le malattie dell’apparato digerente e respiratorio, mentre i decessi tumorali sono diminuiti di un quinto. Non solo. Gli italiani over 65 che dichiarano di essere in buona salute sono quasi tre milioni e mezzo, il doppio rispetto a vent’anni fa (fonte: CERM, Istat, Eurostat, OECD).

Merito dell’incremento esponenziale che l’innovazione farmacologica ha conosciuto nell’ultima decade, portando in pochi anni a raggiungere traguardi inseguiti per decenni, dal trattamento per il tumore ai reni nel 2005, al farmaco unico per l’Hiv nel 2006, passando per la prima medicina contro la malattia di Cushing nel 2012 al farmaco orale per la sclerosi multipla nel 2013 fino alle nuove cure personalizzate per i tumori della pelle.

“Il settore farmaceutico è costretto a rinnovarsi continuamente per essere vivo” ha affermato il Presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi durante il meeting “Concetti e linguaggi dell’innovazione farmacologica” promosso dall’Università La Sapienza di Roma e da fondazione Msd. La chiave per il miglioramento delle condizioni di salute pubblica è infatti proprio nell’innovazione, come ha spiegato Scaccabarozzi: “È un settore che cresce solo lanciando sul mercato nuovi prodotti e a partire dagli anni ’90 la ricerca clinica si è spostata verso indicazioni terapeutiche più difficili ma remunerative, come i progetti oncologici”.

Degli oltre settemila nuovi farmaci in sviluppo in tutto il mondo, ben più di milleottocento sono infatti destinati al trattamento dei tumori.