Kiev e Tehran: alla ricerca di nuove opportunità commerciali

Kiev e Tehran: alla ricerca di nuove opportunità commerciali

Il nuovo approccio occidentale nei confronti dell’Iran di Rouhani ha portato in poco tempo alla rimozione di quasi tutte le sanzioni che gravavano su Teheran e ne bloccavano lo sviluppo economico. Il potenziale del mercato persiano non è di certo sfuggito alle compagnie e né ai paesi del vecchio continente né ai giganti occidentali, come Cina, India e Giappone: dagli investimenti nel settore energetico (petrolio, gas, ma anche rinnovabili), al settore edile, a quello alimentare ed infine il settore finanziario e bancario. L’Iran ha infatti molto da esportare, ma necessita di finanziamenti e fondi per ridare slancio ad un’economia che non ha avuto la possibilità di svilupparsi appieno.

In questo contesto anche Kiev vede nell’Iran un ottimo partner economico per uno sviluppo comune. Se infatti l’asse politico Mosca-Yerevan-Tehran sembra una realtà consolidata, lo stesso non si può dire per tematiche di tipo prettamente economico. Iran e Russia sono competitors nelle esportazioni di idrocarburi, mentre l’Ucraina è uno stato transito ed importatore netto. Se è infatti vero che l’Iran potrà diventare per Kiev una risorsa alternativa di approvvigionamenti di combustibili fossili, è altrettanto vero che Teheran ha bisogno di importare derrate alimentari (carni e cereali soprattutto) dall’Ucraina.

La cooperazione tra Iran ed Ucraina non si limiterebbe soltanto a questi due settori: come affermato dal Ministro degli Esteri ucraino Pavlo Klimkin, le sfere di comune interesse comprenderebbero anche cultura, sistema universitario, settore scientifico e tecnologico, materiale tecnico e da costruzione, agricoltura e turismo e addirittura progetti comuni di sviluppo nucleare per uso pacifico.

A prova della comune volontà di stabilire legami solidi e duraturi, subito dopo la rimozione delle sanzioni internazionali, i due stati hanno cominciato ad avviare trattative commerciali e ad aprire conti bancari e filiali estere nell’ottica di facilitare le future transazioni.