Il 2015 appena trascorso sembra essere stato davvero l’anno del tanto atteso salto di qualità

Il 2015 appena trascorso sembra essere stato davvero l’anno del tanto atteso salto di qualità

Trentasette miliardi di prodotti esportati. Un record. Sarà stato l'effetto Expo, sarà stata, finalmente, una strategia “di sistema” volta a stringere accordi commerciali con le grandi catene di distribuzione, ma per il cibo made in Italy il 2015 appena trascorso sembra essere stato davvero l’anno del salto di qualità. Negli Stati Uniti, soprattutto, dove le esportazioni sono cresciute di circa il 20%, arrivando a un controvalore pari a quasi 3 miliardi di euro, ma anche in un mercato maturo come quello tedesco o in altri in cui i prodotti italiani sono ancora una piccola nicchia, come quelli mediorientali.

«Le statistiche raccontano che a guidare il nostro agroalimentare nel mondo è sempre il vino, che copre il 20% delle esportazioni - spiega Paolo Cuccia, presidente di Gambero Rosso, italiano nel Anche il resto è in grandissima crescita soprattutto il comparto dei formaggi. In Oriente non c'è ristorante di qualità che non abbia la burrata, E anche i prodotti agricoli stanno andando forte: oggi a Hong Kong i pomodori pachino si vendono a 60 euro al chilo.

Nel 2016 gli eventi saranno cinquantadue, contro la trentina del 2015 e anche la partecipazione è stata decisamente maggiore: «Quest'anno a Chicago, prima tappa del tour che proseguirà a New York, San Francisco e Seattle, abbiamo incontrato 1.746 esponenti del trade americano, non solo dal Midwest, ma da tutti gli Usa - racconta Cuccia